INTERVENTO AUDIZIONE DEL 23 APRILE 2020 VII COMMISSIONE SENATO
Un sentito ringraziamento per questa opportunità di audizione unica occasione per far sentire la nostra opinione, considerato che la cosiddetta “Commissione parità” storico tavolo di consultazione delle associazioni rappresentative della scuola paritaria non è stato ricostituita dai ministri dell’istruzione di questo governo.
Le rappresentanze delle scuole paritarie non sono state neppure inserite nella task force per la scuola.
Due sono i punti che vorrei riuscire ad affrontare nel brevissimo tempo concessomi.
Telegraficamente.
Primo.
Si parla di avvio dell’anno scolastico2020/2021 ma si trascura un elemento fondamentale che si riassume in quesito che vi rivolgo:
Che cosa succederà se le scuole paritarie non saranno in grado di riaprire? Dove verranno collocati i 900.000 studenti che attualmente la frequentano?
Questa che in altri tempi era una ipotesi accademica oggi purtroppo è una realtà che non si può ignorare.
A settembre se non verranno presi seri provvedimenti il 50% delle scuole paritarie non sarà in grado di riaprire perché i genitori non sono più in grado di pagare le rette e le scuole, inoltre, subiranno l’ultimo e fatale saccheggio da parte delle scuole statali dei loro docenti. A docenti a cui va tutta la nostra gratitudine perché da subito hanno saputo, perché prontamente formati, erogare una educazione a distanza di alta qualità estesa dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado.
Ai genitori di questi 500.000 studenti va detto chiaramente in che condizioni verranno accolti i loro figli nella scuola statale oppure bisogna adottare misure a loro sostegno per permettere loro di seguitare a pagare le rette scolastiche, che consentono alle scuole paritarie di sopravvivere. Quindi va concesso subito un credito di imposta a copertura delle rette scolastiche pagate e documentate.
Per quanto alla docenza si dovrà permettere chiaramente alle scuole di assumere docenti non abilitati purché con i titoli adeguati alla classe di concorso e il conseguimento dei 24 crediti e con l’obbligo per le scuole di formarli adeguatamente.
L’EBINS l’ente bilaterale dell’ANINSEI e delle Organizzazioni Sindacali firmatarie del CCNL ha già stanziato 1 milione di euro per la formazione dei docenti ed altro potrà fare se necessario.
Secondo.
Per la riapertura delle scuole non si può aspettare la scoperta di un vaccino, che molti virologhi sostengo di difficile realizzazione in quanto si tratta di un vaccino difficilissimo da stabilizzare.
Quindi, seriamente si devono fissare le norme di sicurezza delle scuole per la salvaguardia degli studenti e del personale e consentire a quelle che possono rispettarle di riaprire mentre le altre potranno seguitare a lavorare con la formazione a distanza.
Si eviterà così di recare ulteriori danni ad una generazione tenuta per troppo tempo lontana dai banchi di scuola.
Si potranno garantire agli studenti esami di Stato in presenza, dignitosi, ed evitare loro l’umiliazione di essere indicati come i “diplomati del 2020” e garantire agli studenti privatisti un esame che non li discrimini.
E infine consentirà ai genitori di poter agevolmente tornare sui luoghi di lavoro non avendo il problema di dove, come e a chi affidare i propri figli.
Grazie dell’attenzione.
Il Presidente
Ing. Luigi Sepiacci