Roma, 13 ottobre 2017
Il Ministro De Vincenti e la Ministra Fedeli hanno comunicato che è arrivato il via libera da parte della Commissione Europea di eliminare l’esclusione a danno delle paritarie «rendendo possibile l’apportare celermente con la Commissione le modifiche al PON per la Scuola, necessarie al fine di allineare le relative modalità operative a quanto previsto dal legislatore italiano».
La vicenda sembra avviarsi verso una positiva coclusione anche se la prudenza è sempre d’obbligo in questa vicenda dove frange dell’amministrazione sembrano aver più o meno palesemente ostacolato ogni apertura alla scuola paritaria anche in contrasto con la volontà della ministra Fedeli, che invece su questa vicenda è sempre stata molto chiara circa il rispetto della legge n. 62/2000.
In più occasioni aveva ripetuto il suo pensiero, il 1° febbraio 2017 durante l’incontro con i rappresentanti delle Scuole Paritarie e il 23 febbraio 2017 durante la visita alle scuole ebraiche di Roma: «C’è una novità nell’ultima legge di bilancio, abbiamo considerato anche le scuole paritarie, quelle veramente fidate e accreditate. Un fatto credo importante perché bisogna rispettare le leggi italiane. Adesso che sono partite le dieci azioni per i finanziamenti PON che arrivano anche dalla Comunità europea, ho accantonato quello che riguarderà le scuole paritarie perché in Europa, secondo una regolamentazione che dobbiamo rinegoziare, le scuole paritarie non sono considerate scuole pubbliche». Gli stessi concetti li aveva poi ribaditi il 20 maggio a Verona nel suo intervento al Convegno dell’ANINSEI.
La vicenda ha inizio oltre un anno fa quando il bando Scuole al centro “dimentica” le paritarie. Alla richiesta di chiarimenti la direzione generale competente risponde che l’Accordo di Partenariato con l’Europa prevede “In linea con i deficit e i bisogni identificati nella mappatura delle esigenze, il Fondi assegnati interverranno nel settore dell’educazione pubblica, con esclusione delle scuole private e/o parificate”.
Ma sosteneva l’ANINSEI, “le scuole Paritarie, ai sensi della Legge nazionale n. 62/2000, fanno parte del Sistema nazionale dell’Istruzione e, quindi, insieme alle scuole statali erogano, allo stesso modo e sullo stesso piano, un servizio pubblico! Le scuole paritarie non sono né private e né parificate”.
Il Parlamento investito del problema, al comma 313 della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio 2017) ha chiarito e stabilito: «Nel programma operativo nazionale “Per la scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento”, riferito al periodo di programmazione 2014/2020, di cui alla decisione della Commissione europea C(2014) 9952 del 17 dicembre 2014, per “istituzioni scolastiche” si intendono tutte le istituzioni scolastiche che costituiscono il sistema nazionale di istruzione, ai sensi dell’articolo 1, comma 1, della legge 10 marzo 2000, n. 62».
Ma per qualcuno anche questo non andava bene e quindi l’unica strada da percorrere era quella della rettifica dell’Accordo di Partenariato azione che la ministra Fedeli, in collaborazione con il ministro De Vincenti, ha condotto con determinazione arrivando, come dichiarato, al risultato atteso.
ANINSEI dà atto alla ministra Fedeli della concretezza e della coerenza della sua azione.