La Commissione europea e il Consiglio dell’Unione europea hanno convenuto per il settore dell’istruzione e formazione una serie di priorità comuni di qui al 2020.
Il quadro strategico, istruzione e formazione 2020, prevede un programma che interessa il settennio 2014-2020 con finanziamenti sia per interventi di natura materiale, tramite il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), sia per azioni immateriali, tramite il Fondo Sociale Europeo (FSE).
I parametri di riferimento per il 2020 individuati sono:
- almeno il 95% dei bambini dai 4 anni all’inizio della scuola dell’obbligo dovrebbe frequentare la scuola materna
- meno del 15% dei 15enni dovrebbe avere risultati insufficienti in lettura, matematica e scienze; meno del 10% dei giovani dai 18 ai 24 anni dovrebbe abbandonare gli studi o la formazione
- almeno il 40% dei 30-34enni dovrebbe aver completato un percorso di istruzione superiore
- almeno il 15% degli adulti dovrebbe partecipare all’apprendimento permanente
- almeno il 20% dei laureati e il 6% dei 18-34enni con una qualifica professionale iniziale dovrebbe aver trascorso una parte degli studi o della formazione all’estero
- almeno l’82% dei 20-34enni con almeno un diploma di maturità deve aver trovato un lavoro entro 1-3 anni dalla fine degli studi.
Nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020, il MIUR con l’avviso n. 10862 pubblicato il 16 settembre 2016 ha indetto un bando per la presentazione di “progetti di inclusione sociale e lotta al disagio nonché per garantire l’apertura delle scuole oltre l’orario scolastico soprattutto nelle aree a rischio e in quelle periferiche” quale da finanziare con le risorse del Fondo Sociale Europeo.
Tra i destinatari dell’avviso, e dunque possibili beneficiari del finanziamento per i progetti di interventi formativi contro la dispersione scolastica e formativa e per l’accrescimento delle competenze, sono incluse “le istituzioni scolastiche ed educative statali” di diciotto regioni italiane.
Il punto 2.3 dell’avviso (“ammissibilità e selezione delle proposte progettuali”) ammette alla selezione le proposte progettuali che “provengano da istituzioni scolastiche ed educative statali” e prevede anche un certo punteggio per i progetti che prevedano il coinvolgimento di altre istituzioni scolastiche ed educative, specificando poi che queste – se private – devono essere individuate nel rispetto dei principi di parità di trattamenti, non discriminazione, libera concorrenza, trasparenza, proporzionalità.
In data 25.10.2016, il Ministero ha pubblicato un ulteriore avviso pubblico che, oltre a prorogare il termine per la presentazione delle domande, ha specificato che “ciascuna istituzione scolastica ed educativa può proporre il proprio progetto in collaborazione con altre istituzioni scolastiche ed educative del territorio” e che tale collaborazione può riguardare “altre istituzioni scolastiche ed educative statali” nonché “le istituzioni scolastiche paritarie di cui alla legge n. 62 del 2000”.
Chiudendo ogni possibilità per le scuole paritarie di essere ammesse a presentare progetti, se non in collaborazione con istituzioni scolastiche statali, e e a beneficiare degli interventi finanziati dal Fondo Sociale Europeo.
Le azioni dell’ANINSEI
L’ANINSEI, forte anche del parere dei propri legali, ha sempre denunciato l’illegittimità di questa discriminazione delle scuole paritarie che in base alla legge n. 62 del 2000 fanno parte a pieno titolo del sistema nazionale di istruzione al pari delle scuole statali.
Gli interventi si sono sviluppati in due direzioni: la prima diretta a contrastare le norme ritenute illegittime fino all’ipotesi di un ricorso ai tribunali amministrativi e se necessario anche alla corte europea, e a tal fine ha chiesto alla Direzione generale competente una revisione dei bandi; la seconda di natura politica diretta al riconoscimento per legge del diritto delle scuole paritarie a non essere discriminate in quanto facenti parte del sistema nazionale di istruzione.
Su questo ultimo punto registriamo con soddisfazione l’introduzione di un nuovo comma, tra i 600 che formeranno l’unico articolo della finanziaria 2017, almeno nella ultima edizione sulla quale il governo dovrebbe porre la fiducia, con la specificazione che ai fini dell’accesso ai fondi del Pon per la scuola a valere sul periodo di programmazione 2014-2020, per istituzioni scolastiche si intendono tutte le istituzioni scolastiche che costituiscono il sistema nazionale di istruzione.
Se questo comma resisterà alle “sbianchettature” finali rimarrà solo da vigilare che venga applicato integralmente.