Lombardia: Flc, nelle finte paritarie applicati contratti lavoro sottotutela
“Apprendiamo dalla stampa il meritorio intervento degli ispettori del Ministero dell’Istruzione in Lombardia che ha portato alla revoca dell’autorizzazione a quattro istituti paritari della nostra regione gestiti dalla Società Leonardo da Vinci che, utilizzando impropriamente il riconoscimento statale, elargivano diplomi di maturità in cambio di denaro”. Lo afferma Tobia Sertori, segretario generale della Flc Cgil Lombardia.
“Sarà un caso – osserva Sertori -, ma in queste scuole, oltre a non rispettare rigorosamente i dettami ministeriali, con una gestione “allegra “ delle pratiche degli studenti, a farne le spese erano anche i lavoratori, in particolare docenti, che venivano sfruttati e ricattati, non solo perché assunti senza abilitazione, ma anche perché a loro veniva applicato un vero e proprio contratto nazionale di sottotutela (il FILINS-FIINSEI), che rendeva e rende questi lavoratori dei veri propri “schiavi” alla mercé del datore di lavoro”.
In queste scuole finte paritarie, insomma, “il profitto non si faceva solo sulle spalle delle famiglie desiderose di far ottenere un diploma ai propri figli, ma anche a scapito dei lavoratori che erano sottopagati e con orari di lavoro al di là di ogni immaginazione”.
Il sindacalista dunque prosegue: “E’ giunto il momento che per ottenere la parità si debba applicare in queste scuole anche un Contratto Nazionale di Lavoro firmato almeno dalle associazioni dei datori di lavoro e dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, per dare un minimo garantito di qualità dei servizi di formazione e di qualità delle condizioni di lavoro”.
“Quello che è successo in Lombardia, rafforza in noi la convinzione a proseguire nella campagna di assemblee per rendere nota ai lavoratori ed alle lavoratrici la Carta dei diritti Universali del lavoro, che fa della effettività dei diritti e della trasparenza delle condizioni di lavoro nonché della rappresentanza sindacale e partecipazione le principali direttrici della legge di iniziativa popolare”, conclude.